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VIRTUALITY LADDER – Next Exhibitions

MAY, 18 – JUNE 4, 2017

PALAZZO DELLE STELLINE CORSO MAGENTA, 63 – MILANO

DOLORESART LABORATORY www.doloresart.it
STUDIO D’ARTE SL www.samanthalina.it

Dal catalogo della mostra a cura di MARIA DOLORES CATTANEO:

“La fotogra a “Stones” realizzata da Stefano Bonazzi, con la gura di questa donna accovacciata in primo piano, nella sua nudità e bellezza, ci porta in visione una “bella addormentata”, e con lei simbolicamente il momento del sogno, elemento fondante del pensiero surrealista sin dalle origini.
L’assenza di elementi secondari (vale a dire creati dall’uomo) nel paesaggio, inserisce
le Stones fra cielo e terra, in modo stranamente più magico che minaccioso, in un mondo primordiale, intonso.
Le Stones sono sferiche, perfette nella loro rotondità, non propriamente pietre quindi, come vorrebbe la traduzione letterale, ma piuttosto probabili pianeti, sottratti alla loro orbita e portati fra noi umani, sfuggendo con il permesso delle leggi del mondo onirico alle regole gravitazionali.

Il fascino di una fotogra a ispirata dal sogno, è il fascino di un’immagine che usa gli elementi della realtà reale nel modo libero e fantasioso che caratterizza l’attività celebrale nel sonno, o meglio quello che noi ricordiamo di questa attività.
La nudità quindi, siccità di un mondo vuoto di manufatti, ritorno alle origini della specie umana, ci riporta, in modo paritario agli animali, in una dimensione esistenziale che nega tutto ciò che è stato aggiunto al mondo così com’era; nega per farci ricordare come eravamo noi, come era il paesaggio senza costruzioni aggiunte, il cielo senza aeroplani.

La ricostruzione del mondo originale proposta dal surrealismo di Bonazzi è virtuale e sognata o sognante, non storica, non scienti ca, non politica.
È la statura psicologica del mondo onirico, il senso di mistero che ancora oggi caratterizza la sua presenza nella nostra vita quotidiana, che fanno del pensiero estetico surrealista una forza loso camente inattaccabile, vicina all’emotività di ogni singolo uomo, alla sua “privacy”, e di questa forza bene cia ogni immagine nata sotto la sua ala.”

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